Oggi giornata dura per i Bobi in Viaggio, sveglia ora 5.00 destinazione Valle del Colca. La particolarità di questa valle, che ospita nella sua cavità il fiume Colca, è quella di raggiungere i 3400 metri di profondità facendone il canyon più profondo al mondo e noi foto di questa meraviglia ne abbiamo fatte davvero tante. Il paesaggio è mozzafiato, la strada sterrata, le curve a strapiombo e le gallerie scavate a mano fanno sicuramente la loro parte, ma sono i terrazzamenti disseminati ovunque a farla da padrone.
In questo ambiente tipicamente Peruviano, tra villaggi sempre in festa e coloratissime bancarelle un po’ ovunque la nostra metà finale è stata “La Croce del Condor”, ovvero il punto più bello per ammirare questa valle, nonchè con un po’ di fortuna il posto esatto da dove la mattina si librano in aria gli omonimi uccelli re della valle… i Condor! Questi uccelli che sfruttano le correnti ascensionali per andare alla ricerca delle carcasse di cui si nutrono, hanno un peso da adulti di circa 12-13kg e un’apertura alare di 3m, sono monogami e allevano un cucciolo ogni due anni.
Ma in questo bellissimo viaggio nel Perù selvaggio gli animali incontrati sono stati molti, il sempre presente Lama e il simpaticissimo Alpaca sono praticamente ovunque nelle enormi distese di alta quota e vengono allevati sia per la loro carne sia per la loro famosissima lana (Alpaca è quello con la pelliccia fino alle guance).
Con un po’ di fortuna è possibile vedere anche piccoli gruppi di Vigogne, animali dal pelo pregiatissimo sia per la lentezza con cui ricresce dopo esser stato tosato (circa due anni) e sia per l’impossibilità di allevarlo (lo stress non gli permette di riprodursi), sono molto difficili da catturare anche perchè riescono a correre addirittura fino a 50Km per sfuggire dalle situazioni di pericolo. Questo animale è così prezioso che è divenuto uno dei simboli del Perù.
Ma ecco che arriva il più simpatico di tutti, spunta da dietro una roccetta con il suo buffo musetto e i baffetti da sparviero lo scoiattolo delle Ande, ovvero il parente montanaro del cincillà. A differenza dei suoi parenti europei questo paffuto animaletto non riesce a salire sugli alberi perchè non se ne trovano, per questo motivo passa le sue giornate appollaiato tra i sassi perfettamente mimetizzato a prendere il sole.
Ma finiamo ora con un uccellino leggendario, nel senso che al suo piumaggio è legata una leggenda Inca che ancora oggi viene narrata dalle nonne ai nipotini. Trattasi del Picchio Andino, questo uccellino che per ripararsi dal freddo pungente delle Ande costruisce il suo nido bucando col becco gli strati di roccia, viene preso come cattivo esempio dagli anziani dei villaggi. Si narra infatti che il Picchio (che all’epoca era in grado di parlare) avesse mentito a Mosè riguardo alla presenza di terraferma su cui sbarcare. Per punizione, quindi, Mosè gli tolse la capacità di parlare e pose la sua lingua dietro la testa dove ancora oggi è visibile come un pennacchietto rosso. Le nonne peruviane redarguiscono i nipotini dicendo loro che se dicono bugie rischiano di fare la fine del picchio (un po’ come il nostro Pinocchio).
I bobi