Giappone – Appunti di viaggio

E così eccoci agli ultimi appunti di viaggio di questa grande, bellissima avventura.
Questi, ovviamente, sono dedicati al Giappone e su questo magico paese ci sarebbe veramente molto da raccontare.
Eravamo preparati al fatto che fosse un mondo a sè, una realtà molto diversa dal resto dei paesi orientali visitati ma non ci aspettavamo, per esempio, le incredibili somiglianze con molti paesi occidentali.
I giapponesi sono precisi, come i tedeschi (ma molto più gentili e sorridenti) amano le code e la puntualità, come gli inglesi (ma molto più disponibili al contatto umano), e sono molto fieri della loro cultura e del loro cibo, come i francesi (ma molto più puliti).
La geografia del paese ne ha sicuramente accentuato la differenziazione dai paesi orientali, essendo un’arcipelago di isole (è un pò come parlare dell’Inghilterra in relazione alla Francia…non ci azzecca per niente).
In effetti, poi, non si può certo dire che vi siano dei buoni rapporti di vicinato con i paesi limitrofi.
I cinesi, per esempio, parlano dei giapponesi come se fossero cugini molto distanti, fratelli con cui non vorresti avere niente a che fare, al punto che, mentre tutto il mondo è preoccupato per le ‘dimostrazioni di forza’ del governo della Corea del Nord indirizzate in primis contro il Giappone, i cinesi le gistificano con il fatto che Corea del Sud, Giappone e USA stanno minacciando i coreani piazzando diverse basi militari a breve distanza dai loro confini.
Ma senza soffermarci troppo alle questioni politiche (particolarmente noiose), vi sono evidenti differenze culturali non solo con la Cina ma con tutti i paesi orientali.
Vogliamo parlare per esempio degli onsen, dei bagni pubblici/terme disseminati per tutto il Giappone e di cui invece non vi è alcuna traccia negli altri paesi che abbiamo visitato? Certo, gli altri paesi non hanno così tante fonti termali perchè non sono zone così sismiche, ma per esempio nell’interno della Cina ve ne sono…eppure vengono sfruttate molto poco.
E continuando con il filone igienico, colpisce subito la grande cura che i giapponesi dimostrano continuamente nella pulizia anche degli spazi pubblici, dei bordi delle strade o dei bagni pubblici e la loro attenzione all’igiene anche nei ristoranti (tavoli, stoviglie…altro che Vietnam dove lavavano i piatti ai bordi delle strade in un unico catino!). Qui, infatti, non ci è venuto nemmeno in mente di fare attenzione a non bere acqua dal rubinetto e, anzi, nei ristoranti stessi l’acqua è inclusa nel prezzo e sempre presente e fresca in una caraffa a portata di mano. Ma non si può finire di parlare dell’igiene in Giappone se non citando il mitico supper-nippo-WC-ultra-rotante-cosmico! Completo di tutti gli optional: tavoletta riscaldata a temperatura variabile e impostabile, sensore di seduta con pre risciacquo della tazza, musichetta conciliante di sottofondo (che aiuta anche la privacy in caso di bagno pubblico) e bidet incorporato con getto regolabile sia in temperatura sia in direzione…insomma…all’inizio ti lascia un pochino interdetto…non sai bene come approcciarlo e se sia il caso di fidarsi o meno, ma…dopo averlo provato un paio di volte non puoi più farne a meno (ma occhio alla potenza del getto, siete stati avvisati)!!!

E chiudiamo, come ovvio, con la cucina tipica. Vero che ogni paese ha le sue particolarità, ma l’alimentazione giapponese non ha proprio niente a che fare con quella orientale. I paesi orientali tendono a servire le pietanze in grossi piatti a centro tavola da dividere tra i commensali, i pasti più tipici giapponesi sono caratterizzati da decine di piccole ciotoline individuali con cui viene letteralmente coperto tutto il tavolo. E poi…la quantità di zuccheri, ma anche di spezie e di cibi piccanti nell’alimentazione giapponese è praticamente inesistente. Se confrontiamo le pietanze tipiche della Thailandia o della Cambogia con quelle giapponesi, le prime saranno un’esplosione di sapori (che ovviamente vanno a scapito della possibilità di percepire il reale gusto di ciò che mangi) mentre le seconde useranno pochissimi condimenti aggiuntivi, pochissimo sale e pochissimo zucchero.
Se da un lato questo approccio al cibo è molto più simile a quello italiano che tende a lavorare e condire poco i prodotti ed esaltarne solamente i sapori, dall’altro ci ha messo non poco in difficoltà quando abbiamo dovuto affrontare la tradizionale colazione giapponese che altro non è che un normale pasto della giornata (e mangiare alle 7 di mattina appena svegliati pesce alla piastra e zuppa di miso con tofu non è semplice…ve lo possiamo assicurare!).
In Giappone, quindi, non ci sono i dolci…o meglio…ci sono ma pochissimo. A dirla tutta, non abbiamo capito molto in che occasioni vengano mangiati dai Giapponesi. Di sicuro vengono usati come dono e sono moooolto pregiati. Infatti girando per le strade delle città si nota che le pasticcerie giapponesi assomigliano quasi a delle gioiellerie da tanta cura ci mettono sia nell’esposizione che nel confezionamento dei prodotti. Volete sapere se sono poi così buoni come sembrano? A dire la verità a noi non sono piaciuti così tanto, sono tutti a base di pasta di riso e fagioli dolci…un pò gommosetti ma…in sostituzione dello sgombro mattutino ci sarebbero andati benissimo!

I Bobi

Cambogia – Appunti di viaggio

Ormai anche la nostra tappa in Cambogia (in lingua locale Cambodia) volge al termine (stasera saremo in volo verso il Vietnam) ma prima di partire vorremmo riassumere di seguito alcuni appunti di viaggio con la speranza che possano essere utili a tutti coloro che sono interessati a questo meraviglioso paese e finora non hanno mai avuto modo di visitarlo…fatelo presto, mi raccomando!

Prima di tutto l’aspetto base: la moneta. In Cambogia si usa praticamente esclusivamente il dollaro americano. Anche il resto te lo danno in dollari, ad eccezione degli spiccioli che sono l’unica traccia visibile della loro moneta locale (il Riel).

I prezzi sono veramente bassi (per essere un posto molto turistico) e contrattabili (anche se a volte ti dispiace contrattare per 1-2 dollari di spesa). Con 2 dollari ti fai portare a spasso con il tuk tuk, con 2 dollari puoi comprare una t-shirt, con 1 dollaro compri una birra, con 20 dollari a testa ceni in un bel ristorante curato. Certo…poi la qualità si paga anche qui…ovvio. Per farvi un esempio, siamo andati a visitare il centro dell’artigianato dove i ragazzi cambogiani dipingono davanti ai tuoi occhi delle bellissime lacche o scolpiscono la roccia di arenaria o, ancora, lavorano le sete e, in quel caso, i prezzi erano decisamente elevati (non ho potuto comprare niente sia per il prezzo sia per ovvie ragioni logistiche di trasporto 🙁 ).

Continuiamo ora con un altro aspetto base: il cibo. Con grande dispiacere di Berto, il cibo cambogiano (per quanto ci pare di aver visto) fa larghissimo uso di…verdure! Esistono molti piatti esclusivamente vegetariani ma anche quelli che non lo sono hanno al loro interno diversi vegetali e anche frutta secca. Uno dei famosi miti da sfatare è che, almeno in città, i locali non prevedono piatti a base di insetti, scorpioni o serpenti. Le uniche  bancarelle che li propongono hanno un aspetto decisamente turistico. Per essere certi di ciò abbiamo chiesto alla nostra guida locale che ci ha confermato che la Tarantola non è uno dei suoi piatti preferiti, l’ha assaggiata una volta sola e preferisce il pollo. Non preoccupatevi inoltre per l’utilizzo delle bacchette, tutti usano forchetta e coltello (anche se quest’ultimo viene spesso sostituito da un cucchiaio…rendendo lo spezzettamento delle pietanze a volte difficoltoso). Inoltre un pasto normale da loro prevede almeno una porzione tipo zuppa…suona strano con il caldo che c’è ma poi in effetti scopri che una zuppa calda con i 35 gradi che ci sono ha un suo perchè 😛 .

E arriviamo così alla questione climatica. Premesso che siamo stati in Cambogia solo 3 giorni e che i cambogiani stessi lamentano l’imprevedibilità del meteo che si sta facendo sempre più evidente negli ultimi anni, qui vi sono due grandi stagioni. Quella secca (dicembre-aprile) e quella delle piogge (maggio-novembre).
Tuttavia, adesso non sarebbe comunque il momento migliore per visitarla perchè, in effetti, è davvero molto molto caldo (fare le scalinate dei templi è da svenimento). Se fate un viaggio dedicato alla Cambogia, quindi, l’ideale sarebbe Febbraio.

Preparatevi tutti quindi! Febbraio 2018 si va in Cambogia! 🙂
i Bobi!