Un saluto a….

E come vuole la tradizione…il blog dei Bobi in Viaggio non può che terminare con un post fatto direttamente dall’aeroporto (in questo caso di Lima). 

Oggi sono tre i voli che ci riporteranno a casa:
Cusco – lima
Lima – Madrid
Madrid- Venezia 
Durante le varie soste quindi ne approfittiamo per i saluti.

Un saluto alla Pacha Mama ovvero alla madre terra, alle montagne e gli enormi vulcani delle Ande, le profonde vallate verdi e gli sconfinati altipiani desertici che ti fanno capire quanto piccolo piccolo sei e quanto la natura sia immensa (lo capisci subito che sei una nullità quando a 4000 m slm ti manca il respiro e fatichi anche solo a camminare ). Ai lama, agli alpaca e alle vigogne con tutto il loro pellicciotto morbidissimo ai maestosi Condor ai bellissimi fenicotteri, ai Picchi,  agli Ibis e al simpatico scoiattolo andino (vedi post dedicato).

Un saluto all’Acqua, preziosa fonte di vita che in tutte le sue forme: fiumi, torrenti, laghi, ghiacciai… lei sola permette l’esistenza e la sopravvivenza del genere umano.

Un saluto al Cielo che, se è vero che non è molto affidabile  (un detto peruviano recita:”Non ti fidare, di un cane che abbaia, del pianto di una donna, del cielo delle Ande”) è anche vero che ci ha regalato scenari letteralmente mozzafiato (e foto da cartolina).

Un saluto agli Inca popolo misterioso ma ricco di cultura e in grado di lasciarci dei tesori di inestimabile valore che siano essi monili di oro o strutture in pietra dall’incastro perfetto. Un popolo che non è scomparso con l’arrivo dei conquistadores ma è vivo e vegeto nei volti delle persone che abbiamo avuto il piacere di conoscere nelle loro parole e nei loro gesti e quindi…

Un saluto alla gente del Perù, alle guide pazienti  disponibili e preparatissime, agli autisti abili e sempre allerta (con le strade e il traffico che ci sono qui è fondamentale credeteci), alle persone del luogo sorridenti ed ospitali, ai bambini dagli occhi grandi e felici in cui è possibile vedere il riflesso della magia di questo paese che è il Perù.

Un saluto al Perù da tutto il gruppo di avventurieri…

I Bobi

Il Gran Finale! Machu Picchu

Poche parole e molte immagini per quello che è il gran finale del tour in Perù dei Bobi. Il sito archeologico Inca di Machu Picchu (questa volta la foto è nostra 🙂 )!

Non c’è molto da aggiungere da parte nostra su questo fantastico posto, emblema del paese e noto in tutto il mondo.
Complici le condizioni meteo perfette, ce lo siamo goduto alla grande (nonostante il grande numero di turisti che, come noi, erano impazienti di vedere e scoprirne ogni scorcio) e l’abbiamo osservato in tutte le sue possibili angolazioni, attraversandolo in tutti i suoi quartieri: quello dedicato ai templi religiosi e astronomici, quello residenziale, quello agricolo e persino quello industriale! (con le botteghe e i magazzini).

Grazie all’aiuto della nostra guida, ci siamo anche potuti soffermare su alcuni dettagli molto interessanti, come alcune pietre sacre poste nel sito in punti strategici in modo da venire illuminate dal primo raggio di luce dei solstizi o degli equinozi o, ancora, dai raggi di sole dello zenith o anche in modo da indicare esattamente i punti cardinali fungendo così da bussola. Questi aspetti, uniti all’incredibile precisione millimetrica in cui le pietre venivano posate anche nelle costruzioni (soprattutto quelle religiose), edifici o anche nei terrazzamenti, ci hanno permesso di percepire il rispetto e la devozione del popolo Inca nei confronti degli dei, della natura e delle sue manifestazioni.

Una grande lezione per i popoli di oggi che si definiscono moderni e avanzati ma che spesso, purtroppo, dimenticano che le forze naturali possono essere fonte di vita ma anche di morte e che, in quanto tali, devono essere rispettate.
E dopo questa infusione di sapienza antica e di energia spirituale, i Bobi non possono fare altro che riprendere il loro viaggio e tornare verso casa mantenendo nella mente e nel cuore gli splendidi panorami, i volti,la gente e la storia di questo magico e misterioso paese che è il Perù.

I Bobi

Perù, il paese della patata

Cosa vi viene in mente quando pensate al Perù?
Forse alle alte montagne andine, o forse ai tessuti variopinti ed ai tipici cappellini con i copri orecchie?


O forse vi viene in mente il suono del flauto andino, anche detto flauto di pan o zufolo?


Beh…nessuno di questi aspetti in realtà è più tipico in Perù dell’argomento di questo post: la PATATA.
Sapete quanti tipi di patate esistono in Perù? più di 3000! E alcune di queste tipologie possono essere addirittura coltivate negli altipiani andini a più di 4000 metri slm!


I peruviani non riescono a concepire un solo piatto che non comprenda la patata come ingrediente, che sia esso una zuppa, un piatto principale o addirittura un’insalata di antipasto.


La patata e la sua coltivazione sono un’aspetto molto caratteristico della cultura peruviana, ereditato dalla storia pre-Inca, nell’epoca Inca conobbe il suo massimo splendore quando gli Inca iniziarono a coltivare e selezionarne le varie sotto-tipologie sfruttando un metodo assolutamente ingegnoso: un sistema di terrazzamenti circolari e concentrici, più o meno profondi, che permetteva loro di selezionare e coltivare diverse piante generando una sequenza di micro-climi anche moto diversi tra loro (tra il cerchio più superficiale e quello più in basso poteva esserci anche una differenza di temperatura di 6 gradi!). Erano delle piccole serre di sperimentazione, ma questo sistema permetteva loro anche di acclimatare i vari semi e tuberi per spostarli da una zona ad un’altra del loro territorio. Con la stessa tecnica, per esempio, gli Inca hanno generato più di 300 tipi diversi di mais ancora oggi presente nel territorio peruviano!


Le curiosità sulla patata peruviana non sono finite qui. Altro aspetto caratteristico riguarda la sua conservazione (anche questa ereditata dalla cultura Inca). Le patate, quando non possono essere consumate fresche, vengono disidratate (come quelle che teniamo in mano nella foto principale). In questi giorni, durante il nostro tour, ci è capitato più volte di vedere contadini stendere sul terreno le patate e lasciarle lì giorno e notte. Lo scopo è quello di far si che queste vengano ripetutamente asciugate dal sole e ghiacciate dalle basse temperature. Attraverso questo procedimento tutta l’acqua contenuta nel tubero viene eliminata portando a numerosi vantaggi. Il primo, il più ovvio, è la sua facile conservazione. La patata in questo modo non marcisce, non può essere attaccata da insetti o parassiti e non germoglia. Resta inerte e può essere consumata anche 12 anni dpo la sua raccolta!
Il secondo vantaggio (forse oggi meno sentito, ma in epoca Inca altrettanto importante) è che in questo modo la patat pesa molto meno e può essere pertanto trasportata più facilmetne. Dovete infatti sapere che gli Inca non conoscevano la ruota (o comunque non sapevano che farsene, vista la conformazione del loro territorio) e che ancora oggi molti contadini usano i tipici tessuti peruviani come sacche per trasportare i materiali direttamente sulle spalle, o si aiutano con i lama che comunque non riescono a traspirtare più di 30kg di peso).
A questo punto però sorge spontanea una domanda: come si mangia una patata disidratata?
I peruviani riescono ad cucinarla in tanti modi diversi. La reidratano bollendola in acqua calda oppure la macinano creando una farina dai mille usi in cucina. Qualche esempio? Zuppe, purè, timballi e persino torte!
Insomma…la patata è preziosissima…in Perù…e nel mondo 😛

I Bobi

Perù – un paese in movimento

Forse non tutti sanno che…il Perù è un paese ad altissimo rischio sismico. E non intendiamo dire come l’Italia ma come il Giappone!
Terremoti 8 gradi Richter per più di 2 minuti e conseguente rischio tsunami come quelli che hanno raso al suolo la costa nel 2007, non sono cose da poco e facciamo fatica ad immaginarli.
Tuttavia, non sono così rari, purtroppo, qui in Perù. E questo a causa della posizione del paese che si trova proprio sopra ad una enorme faglia molto attiva. Le testimonianze di questa attività geologica presente in tutto il paese sono ovunque:
Dalle alte scogliere che si possono scorgere anche visitando il parco naturale di Paracas e che non sono altro he il risultato dello slittamento di una faglia sull’altra…


…Alle enormi crepe sul terreno che costeggiano anche le vie stradali principali (vd. foto principale)
Dalle zone termali della valle del Colca (meraviglioso immergersi in vasche naturali con acqua sulfurea a 38 gradi centigradi, ma la parte più interessante è uscire dall’acqua calda e raggiungere il tuo lodge in accappatoio 😛 roba da temerari)…


…Alle enormi montagne che sovrastano gli altipiani andini e che sono, o erano comunque, grandi vulcani molto attivi. Noi stessi abbiamo notato più di qualche ‘pennacchio di fumo’ uscire da diverse montagne durante il nostro viaggio che altro non era che uno sbuffo del vulcano allo scopo di far capire a tutti chi comanda ancora da queste parti.

 


Gli effetti degli ultimi terremoti sono evidenti non solo per il gran numero di edifici demoliti o danneggiati e crepati che possono ancora essere osservati lungo le strade che abbiamo percorso ma anche per la grande attenzione con cui i peruviani hanno indicato in ogni dificio pubblico (hotel, ristoranti, bar…) i punti più sicuri in caso di sisma (con cartelli oppure strisce tracciate sul pavimento).

Fa un pò di impressione, è vero, ma rassicura anche sapere che ogni edificio ha dei punti sicuri sotto cui ripararsi in caso di terremoto. Certo…non abbiamo nessuna voglia di testare l’effettiva correttezza della posizione dei cartelli comunque 😛

I Bobi

Arequipa – La città bianca

Dopo un lungo e tortuoso tragitto in pulmino (durato ben 10 ore), attraversando deserti di sabbia e di roccia, tra massi pericolanti e dune di sabbia che ostruivano la famosa Panamericana (la strada che collega l’Alaska al Cile), siamo finalmente arrivati alla città di Arequipa (2335m slm) dove abbiamo trascorso la notte pronti per la visita della città e sopratutto per iniziare gradualmente l’ascesa verso le Ande.

Questa città è situata in una bellissima e mite (nonostante qui sia inverno) pianura verdeggiante circondata da vulcani (non tutti inattivi) alti bel oltre i 6000m. Per questi motivi, nonostante l’altitudine, questa città non può certo esser considerata una località di montagna, anche se dopo qualche ora di passeggiate per il centro vi potrebbe mancare il fiato (più che altro per via dello shopping sfrenato alla ricerca di maglioni o sciarpe di pura alpaka 😛 ).

Arequipa viene anche detta “la città bianca”, non certo per la neve che a queste latitudini è presente solo sopra i 5000m, ma per alcune curiose ragioni storiche. La prima narra infatti che per combattere il degrado estetico dato da alcune case il cui intonaco non veniva manutenuto correttamente, fosse stata emanata una legge per rimuovere l’intonato da tutte le abitazioni, riportando così al bianco naturale della pietra l’intera città. La seconda invece riporta il motivo alla grandissima percentuale di popolazione spagnola anzichè Inca (e quindi di pelle chiara anzichè mulatta) presente nella città. Pur essendo infatti fondata dai guerrieri Inca che in discesa dalle montagne trovarono nella verde vallata fertile un ottimo motivo per fermarsi (Ari qhipay = fermatevi qui), la città è stata in un secondo tempo rifugio della popolazione spagnola che normalmente abitava le coste adiacenti la zona ma che fu costretta a fuggire a causa di un’epidemia.
E proprio la convivenza tra la popolazione indigena Inca e i conquistadores spagnoli ha dato vita ad una delle caratteristiche architettoniche più peculiari della città: lo stile meticcio. Con questo termine si indica la coesistenza nei luoghi di culto dei più classici simboli religiosi cattolici (croci, santi, angeli…) con i simboli legati alla religione panteista Inca quali fiori, piume, mais ed elementi naturali di ogni genere.

Per la popolazione Inca anche le montagne venivano adorate come dei. E la ragione era semplice da capire: i vulcani intorno alle loro città non facevano che esplodere in enormi eruzioni e grandi boati che sconquassavano letteralmente i pavimenti delle loro abitazioni.
Rispetto a tali potenze della natura gli Inca non potevano che vedersi come degli esseri inferiori e sono ricorsi quindi a qualsiasi mezzo nel tentativo di imbonire gli dei. Sicuri che questi esseri soprannaturali potessero esser quietati solo con il sangue, i capi Inca sono ricorsi addirittura ai sacrifici umani (in particolare, di bambini) le cui testimonianze impressionanti sono state ritrovate in diversi punti dei pendii dei vulcani intorno alla città.
Oggi invece la popolazione della zona è divenuta meno religiosa ma più fatalista. Consci dei rischi che corrono ogni giorno tra eruzioni vulcaniche e sismi catastrofici, vivono serenamente godendo della fertilità che solo la loro valle può dare e seguendo un unico mantra: nessuno muore prima della sua ora.

I Bobi

I misteri del Perù – parte 1

Quando si parla dei misteri irrisolti delle civiltà peruviane è facile per noi pensare alle famosissime linee di Nazca ma…in realtà non sono solo quei bellissimi disegni nel deserto a spiazzare e incuriosire gli storici.
Ci sono altre tipicità del paese la cui origine o il cui utilizzo non sono ancora per niente chiari.
Una fra tutte, i recipienti dal caratteristico collo a maniglia che nessuno studioso è riuscito mai a spiegare del tutto. Quello che si sa è che se ne possono trovare a migliaia sparsi nelle varie tombe disseminate per il pese e che rappresentano veramente di tutto (animali di ogni tipo, persone, volti e mestieri o attività quotidiane, frutta o verdura…addirittura scene erotiche!).

La cosa strana è che nonostante i musei e le collezioni private ne abbiano così tanti (tra l’altro conservati in ottime condizioni)…nessuno sa davvero che utilizzo ne facessero le popolazioni antiche.
Di sicuro dovevano essere elementi importanti, quasi sacri, venivano infatti sepolti insieme con i defunti e posizionati in nicchie protette (tanto che nemmeno i numerosi e potenti sisma della zona sono riusciti a romperli). Tuttavia, nonostante ciò, non sono state rintracciate testimonianze scritte o rappresentazioni del reale utilizzo di tali recipienti così particolari. In parte sicuramente perchè gran parte dei pezzi sono stati recuperati da tombaroli che li hanno venduti poi al mercato nero ma che non si sono certo curati di indagarne le origini storiche, in parte perchè comunque le tribù delle zone andine non brillano nella cura della comunicazione e non si sono preoccupati di lasciare molte testimonianze scritte sul perchè tali oggetti venissero costruiti, a che scopo, quando etc.
Lasciamo a voi quindi l’ardua sentenza…secondo voi di cosa si tratta? Una caraffa? Una specie di vaso kanopi dell’era andina? Un vaso di fiori di design?

 

P.S. In foto, un quadro del fondatore di uno dei musei privati di Lima e grande collezionista di questi vasi…la sua espressione la dice lunga su quanto si sappia di questi oggetti misteriosi 😛

 

 

I Bobi

Lo spritz peruviano

E quale modo migliore di iniziare un lungo viaggio sulle Ande se non…con un brindisi alla nostra salute?

Eccoci in una taverna tipica ad assaggiare il tipico aperitivo del Perù: il Pisco Sour

Trattasi di un cocktail stra famoso nel paese e bevuto sia come aperitivo sia come dopo cena (o dopo pasto…o un pò in qualsiasi occasione) e composto per a maggior parte dalla tipica bevanda alcolica peruviana: il pisco, appunto, che assomiglia alla nostra grappa sia per il metodo di preparazione sia per la sua elevata gradazione alcolica (41 gradi circa). Per fortuna tutto questo alcol viene smorzato da un bel po di ghiaccio, molto lime e una bella frullatina aiutata da bianco d’uovo (che fa una schiumetta interessante). Infine, ciliegina sulla torta, una goccetta di angostura ed il pisco è fatto!

Cin cin (attenzione però, bevetelo responsabilmente :-P)

 

 

I Bobi

I protagonisti

Eccoci finalmente arrivati nella nostra nuova meta…da una parte all’altra del mondo…i Bobi da oggi sono in Perù!
Ma stavolta non sono da soli! Li accompagnano in questa avventura tra deserti e montagne altissime…i Bobi Senior, più pronti e carichi che mai per affrontare le prove fisiche e mentali che si pareranno di fronte mano a mano che saliranno di quota!
Ed inoltre una coppia di nuovi compagni di viaggio di Roma… eccoci qui tutti insieme alla nostra prima escursione nel centro storico di Lima (dietro di noi, la cattedrale che si affaccia sulla piazza d’armi).

Tutti pronti??? E allora viaaaaaaa!!!!

 

I Bobi

Il prossimo viaggio

Voglia di vacanza? Anche noi!
E allora, dopo aver pubblicato qualche foto del matrimonio (che troverete qui), non ci resta altro che preparare i bagagli e RIPARTIRE!!!

Questa volta abbandoneremo l’Asia per vedere l’affascinante e antico Perù! Dove visiteremo tra i tanti posti Lima, Nazca (by air), Arequipa, Valle del Colca, Puno e Cuzco (il programma completo qui).

Ma da bravi viaggiatori prima di partire è d’obbligo informarsi su usi e costumi del popolo che ci si appresta a visitare, per questo motivo questa sera sarebbe opportuno vedere…

Per chi se lo fosse perso in homepage è visibile il consueto contatore.
Buone ferie a tutti!

I Bobi (tra poco in viaggio)